Un font variabile è un formato di font che, a differenza dei font tradizionali, consente di incorporare molti stili e pesi diversi all’interno di un singolo file di font. Questa innovazione è supportata dai principali standard di font come OpenType e TrueType. I font variabili utilizzano ciò che è noto come “assi di variazione” per modificare aspetti come il peso, la larghezza, l’inclinazione e altre caratteristiche senza dover cambiare il font stesso.
Se ti sei perso l’articolo sulla tipografia fluida, ti consiglio di andarlo a leggere avere una visione ancora più completa sull’importanza dei font.
Cosa sono gli assi di variazione?
Gli assi di variazione nei font variabili sono parametri configurabili che permettono di modificare aspetti specifici del font, come il peso (spessore), la larghezza, l’inclinazione e la dimensione ottica. Ogni asse rappresenta una gamma di opzioni stilistiche, che si estende da un valore minimo a un valore massimo. Ad esempio, un asse di peso può variare da sottile a grassetto, mentre un asse di larghezza può spaziare da stretto a largo. Questi assi consentono una personalizzazione dettagliata e dinamica del font all’interno di un unico file, offrendo una flessibilità senza precedenti nel design tipografico.
Come funzionano i font variabili?
I font variabili si basano su un’idea semplice ma potente: invece di avere file separati per ogni peso e stile (come grassetto, corsivo, semibold, ecc.), un singolo file di font variabile può contenere tutti questi stili. Questo è possibile grazie a un meccanismo interno che interpola i valori dei vari assi di variazione. Il risultato è un controllo fluido e continuo su come appare il testo.
Identificare gli assi di variazione
Utilizzando strumenti di analisi del font come Adobe Photoshop, Illustrator, o piattaforme online come Wakamai Fondue, è possibile identificare gli assi di variazione supportati dal font. Questi strumenti esaminano il file del font e forniscono un elenco dettagliato degli assi disponibili.
Gli assi più comuni nei font variabili includono:
- Peso (
wght
): Permette di variare il font da sottile a grassetto. - Larghezza (
wdth
): Modifica la larghezza del testo da stretto a largo. - Inclinazione (
slnt
): Aggiunge un’inclinazione al testo. - Dimensione Ottica (
opsz
): Ottimizza il font per differenti dimensioni di visualizzazione.
Oltre a questi, alcuni font variabili possono includere assi personalizzati per ulteriori effetti stilistici.
Per esempio caricando il font “Roboto Flex” sul sito Wakamai Fondue, possiamo vedere tutto gli assi che possiamo modificare.
In questo caso ci sono ben 13 assi, di cui 4 standard e 9 personalizzati. Si riescono a distinguere se sono scritti in maiuscolo o minuscolo:
- standard: wght, wdth, slnt, opsz
- personalizzati: GRAD, XOPQ, YOPQ, XTRA, YTUC, YTLC, YTAS, YTDE, YTFI
Come caricare i font variabili con CSS
Per incorporare un font variabile in CSS, è necessario utilizzare la direttiva @font-face
come per i normali font ma specificando l’attributo format e il font-weight
con il range di peso disponibile.
@font-face {
font-family: 'MyVariableFont';
src: url('path/to/MyVariableFont.woff2') format('woff2-variations');
src: url('path/to/MyVariableFont.woff2') format('woff2') tech('variations');
font-weight: 100 800; /* Definisce l'intervallo di peso disponibile */
}
body {
font-family: 'MyVariableFont', sans-serif; /* Usa il font variabile come default */
font-stretch: 150%; /* Definisce la larghezza del carattere */
font-weight: 455;
}
La proprietà CSS:
font-stretch
permette di controllare l’asse di larghezza (wdth
) accetta vari valori, inclusi termini comenormal, condensed
,expanded
, oltre a percentuali che specificano la larghezza desiderata rispetto alla larghezza normale del fontfont-variation-settings
consente di accedere e modificare direttamente gli assi di variazione, peso (wght
), inclinazione (slnt
), dimensione ottica (opsz
) ma soprattutto tutti gli assi personalizzati definiti dal designer del font variabile. Il font “Roboto Flex” contiene l’asse GRAD, per modificare il valore è sufficiente inserire una regola del genere:
.classe{
font-variation-settings: 'GRAD' 100, 'wght' 455;
}
Animazione testo font variabili
L’animazione del testo con font variabili offre possibilità creative molto particolari.
Utilizzando transizioni CSS e la proprietà font-variation-settings
, è possibile creare effetti dinamici come la transizione graduale del peso del font o l’alterazione della larghezza. Ecco un semplice esempio di codice che anima il peso del font:
@keyframes pesoAnimato {
from { font-variation-settings: 'wght' 200; }
to { font-variation-settings: 'wght' 800; }
}
.testoAnimato {
animation: pesoAnimato 3s infinite alternate;
}
In questo esempio, il testo con la classe .testoAnimato
subirà un’animazione continua che alterna il peso del font tra 200 e 800, creando un effetto visivo accattivante.
See the Pen Font Variabili by wp-note (@wp-note) on CodePen.
Quando non usare i font variabili
Nonostante i font variabili offrano numerosi vantaggi, ci sono situazioni in cui potrebbe non essere opportuno utilizzarli:
- Compatibilità del Browser: In ambienti che richiedono supporto per browser molto vecchi, i font variabili potrebbero non essere completamente supportati.
- Uso Limitato di Stili e Pesi: Nei progetti che richiedono l’uso di un unico font con pochi pesi, l’impiego di un font variabile potrebbe risultare controproducente. Questo perché, nonostante si tratti di un singolo file, un font variabile può avere dimensioni di file maggiori rispetto a font tradizionali con un numero limitato di stili. In tali circostanze, scegliere font tradizionali potrebbe essere più efficiente in termini di spazio e prestazioni.
- Prestazioni: in alcuni casi l’animazione o la modifica dinamica dei font variabili può influire sulle prestazioni, specialmente su dispositivi più datati o con risorse limitate.
In conclusione, i font variabili rappresentano una notevole evoluzione nel mondo del design tipografico, offrendo una flessibilità e una personalizzazione senza precedenti. Tuttavia, è importante considerare attentamente quando e come utilizzarli, bilanciando i vantaggi contro le potenziali sfide legate alla compatibilità, alle prestazioni e alla semplicità del progetto.
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